giovedì 17 novembre 2011

Sillogomania#13 - Velleità


Scriverò un libro e lo chiamerò "Amore Riciclato".
Sarà la storia d'amore tra un personaggio anomalo, che colleziona spazzatura, ed una spazzina dell'AMA.
Il tizio sono io. Potrò descriverlo, così, nel modo più dettagliato e corretto possibile.
La donna sarà incantevole e assolutamente immaginaria.
La inviterò a cena, e lei mi porterà un mazzo di fiori marci ed una scatola di cioccolatini vuota ed io la bacerò nel modo più tenero che conosco.
Pian piano libererà la casa dalla merda con cui l'ho saturata, per riempirla una volta ancora d'amore.
Mi renderà un uomo nuovo e ci sposeremo.
Lei sarà bella e saprà di pane caldo e formaggini scaduti, io la scoperò ogni giorno.
Mi ficcherò sotto la doccia più che potrò fino a pulire la pelle da ogni traccia estranea. Fino ad uccidere la cute, a privarla di ogni traccia di DNA.
Mi gratterò via ogni residuo vivo, come in GATTACA, brucerò tutto, sarò un essere asettico e mondo.
Quando saremo anziani rideremo del giorno in cui l'ho incontrata mentre rovistavo nei cassonetti di via Pietro Maffi, quelli accanto alla gelateria, e mi piscerò addosso dalle risate, ormai vinto dall'incontinenza.
Pulirà il casino e mi riempirà di baci per ridarmi forza. E io sentirò di amarla.
Un mezzo uomo morente; l'orgoglio scivolerà tra le mie dita come sabbia asciutta tra dita asciutte.
Morirà giovane, intorno ai settant'anni, che saranno ormai i nuovi cinquanta, io morirò di crepacuore qualche mese dopo; un giorno assolato d'agosto con la sua foto tra le mani. Quella in cui ride, i denti sono bianchissimi e la sua faccia è tagliata esattamente a metà.

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