domenica 22 aprile 2012

Sillogomania #16 - Fabrizio Frizzi in acido

Il vecchio ha sembianze licantropiche: la densità dei bulbi piliferi, sugli stralci di pelle scoperta, è imbarazzante.
I capelli con attaccatura a punta di vedova gli conferiscono un'austerità, che lo distacca quel poco che basta dal suo gemello omozigote ed estraneo: Lucio Dalla.
Mi interessa.
Come dice Anselma Dell'Olio "voglio saperne di più"!
Così dopo che tutti avranno espresso il loro malessere in formato tweet vocali da 140 caratteri scarsi, scambierò due chiacchiere col Vecchio.

Voglio bermi una birra in compagnia, e qui in questo posto mi appare come l'unica scelta possibile. Gli altri hanno il volto pallido, lo sguardo da interrogazione di filosofia alla quinta ora.
-Ciao- con una sicurezza non mia.
Il Vecchio mi guarda stupito. Saluta. Mi prende la mano accarezzando il palmo e dice che la mia linea della vita è una chiavica,ché mi va bene se arrivo a quarant'anni.
Lo ringrazio mentre mi gratto furtivamente i maroni, quasi non se ne accorge.
Il Vecchio ha l'umorismo di Fabrizio Frizzi in acido. Ne è consapevole.
Credo che saremmo potuti essere amici per la pelle se fossimo nati dirimpettai, se avessimo condiviso gli stessi odori e assaporato le stesse irrequietudini giovanili, tra una sega e l'altra.
Chiedo se vuole concedermi l'onore di offrirmi una birra. Accetta.
Una weiss è quello che ci vuole.
Con fetta di limone sul fondo, è da checca ma mi piace.

venerdì 17 febbraio 2012

Sillogomania #15 - Il Metodo


E se vi dicessi che è stato tutto un sogno mentirei.
Raccolgo spazzatura per strada e conservo la mia per riempire un vuoto che era esso stesso spazzatura. La mia vita riciclata. La mia vita scaraventata nell'umido tra bucce di banana e gusci di uova infranti simili a mosaici bi-colore.
Il metodo non esiste, ma deve essere applicato. Farla troppo fuori dal vaso allarmerebbe i vicini. Ci vuole metodo, come in tutto del resto. Zodiac non fu beccato fino a che tutto fu seguito alla lettera. Zodiac è un buon maestro. Hitler, Mussolini, Luca Sardella: tutti e tre fino a che restarono coerenti a loro stessi furono i padroni incontrastati del loro settore. Una volta tradito il metodo vuoi per la Russia che sfonda il confine, vuoi per Hitler che ti costringe ad applicare le leggi razziali, vuoi per Janira Maiello, ecco che sei finito.
Segui il metodo.
Scatta e stampa continuamente foto alla casa: l'ordine delle cose in ogni ambiente deve essere estratto dal freddo occhio della camera, solo così puoi renderti conto di quanto sia realmente incasinato il tutto. Un dispofobico lo sa: non riconosci il problema finché non te lo mostrerà qualcun altro. Io non ho bisogno di nessuno, mi basta la vecchia polaroid e un muro bianco.
Segui il metodo, cataloga la roba e portala al garage; lì è tutto al sicuro.
Scarti di piacere bruciati troppo in fretta. Tu invece hai tutto il tempo.

domenica 20 novembre 2011

Sillogomania#14 - Come in Fight Club 2.0 - Il Vecchio e il mare


Abbiamo estratto i nomignoli dalla boccia dei nomignoli.
Sul mio biglietto c'è scritto Trash, con la penna rossa.
Mi siedo al mio posto e aspetto che tutti facciano lo stesso, poi rompo il ghiaccio:
- Sono Trash, dico!
Ciao Trash. Fanno.
Comincio a parlare del più e del meno, del fatto che credo di aver cominciato ad accumulare roba in modo davvero patologico (si può dire davvero "davvero patologico"?) dal 2001, che da pochi mesi riconosco di avere un problema, ed è già una grande cosa averne preso coscienza.
Annuiscono. Un tizio con gli occhiali e la testa a palla si gira una sigaretta. Lecca la cartina e mentre lo fa incrocia il mio sguardo, pur non essendo un chiaro messaggio erotico, la cosa mi inquieta un po'.
Quando ho finito il mio sterminato elenco di difetti personali, parte un applauso pro forma che sa di plastica.
Si alzano, mostrano il fogliettino al moderatore-giacomo e a noi, e attaccano.
Con le lacrime agli occhi, si torturano le unghie a morsi, si stropicciano le mani, ad uno ad uno sputano fuori storie inverosimili, personalità tanto stravaganti quanto sensibili.
Palahniuk ci farebbe i miliardi, penso.
C'è un tizio che ha violentato una gallina:
-Gli ho rotto l'uovo - dice.
Dice proprio così "Gli ho rotto l'uovo". Applaudiamo, lui ride, si rende conto di aver detto una cosa assurda, poi continua :
- Mi spalmavo il cibo per gatti sulle palle, e Felix veniva a leccarmelo via.Ok era un maschio ma non mi creava problemi ok?
Scoppia a piangere. Applaudiamo di nuovo.
Si siede.
Si alza "Il Vecchio". Sul suo bigliettino c'è scritto così. Rivolge il pezzo di carta verso di noi impugnandolo con entrambe le mani - Ciao. Sono "il vecchio".
Enfatizza su "IL".
Il Vecchio somiglia in modo sconvolgente a Lucio Dalla, stessa struttura, stessa voce, solo più alto e coi capelli corvini di media lunghezza, veri. Sull'orecchio destro pende un orecchino da bucaniere, che lo rende pacchiano il giusto.
Il Vecchio è simpatico.
"Io Sono un giocatore d'azzardo patologico. Scommettiamo che mi ammazzo se vado avanti così?"
Il Vecchio padroneggia questo humour-non-humour nero che mi affascina.
"Possiedo un negozio di dischi, ma ho ipotecato tutto. Vengo qui per sfogarmi, non chiedo aiuto, non ho voglia di smettere, ho paura, ripeto non chiedo aiuto, se volete dei vinili di buona qualità contattatemi in privato, vi do la mia e-mail: hemingway@vinilevenale.it"
Non capisco se ci è o ci fa, Il Vecchio è strano forte. Lo adoro.
Giacomo lo interrompe. Non fa commenti.
Applauso.
(continua...)

giovedì 17 novembre 2011

Sillogomania#13 - Velleità


Scriverò un libro e lo chiamerò "Amore Riciclato".
Sarà la storia d'amore tra un personaggio anomalo, che colleziona spazzatura, ed una spazzina dell'AMA.
Il tizio sono io. Potrò descriverlo, così, nel modo più dettagliato e corretto possibile.
La donna sarà incantevole e assolutamente immaginaria.
La inviterò a cena, e lei mi porterà un mazzo di fiori marci ed una scatola di cioccolatini vuota ed io la bacerò nel modo più tenero che conosco.
Pian piano libererà la casa dalla merda con cui l'ho saturata, per riempirla una volta ancora d'amore.
Mi renderà un uomo nuovo e ci sposeremo.
Lei sarà bella e saprà di pane caldo e formaggini scaduti, io la scoperò ogni giorno.
Mi ficcherò sotto la doccia più che potrò fino a pulire la pelle da ogni traccia estranea. Fino ad uccidere la cute, a privarla di ogni traccia di DNA.
Mi gratterò via ogni residuo vivo, come in GATTACA, brucerò tutto, sarò un essere asettico e mondo.
Quando saremo anziani rideremo del giorno in cui l'ho incontrata mentre rovistavo nei cassonetti di via Pietro Maffi, quelli accanto alla gelateria, e mi piscerò addosso dalle risate, ormai vinto dall'incontinenza.
Pulirà il casino e mi riempirà di baci per ridarmi forza. E io sentirò di amarla.
Un mezzo uomo morente; l'orgoglio scivolerà tra le mie dita come sabbia asciutta tra dita asciutte.
Morirà giovane, intorno ai settant'anni, che saranno ormai i nuovi cinquanta, io morirò di crepacuore qualche mese dopo; un giorno assolato d'agosto con la sua foto tra le mani. Quella in cui ride, i denti sono bianchissimi e la sua faccia è tagliata esattamente a metà.

giovedì 11 agosto 2011

Sillogomania#12 Pesci

Torno a casa e apro il frigo, conscio che troverò un paio di cubetti di cioccolata scaduta da non so quanti anni, tuttavia ancora  decente e più che commestibile.
Apro l'anta con l'acquolina in bocca; ma c'è puzza di pesce.
E non mangio pesce da due mesi.
In quel momento mi rendo conto di dover comprare del pesce: è l'unico modo per coprire la puzza di pesce.

sabato 9 luglio 2011

Sillogomania#11 - Come in Fight Club



Decido di partecipare ad uno di quegli incontri tipo "anonima sociopatici".
E' un modo per non sentirmi un coglione inutile.
Dopo parecchie titubanze mi presento un martedì pomeriggio in questo asilo nido, dove ci costringono in sedie alte poco più di venti centimetri.
Lo scenario ricorda parecchio il film Fight Club tolta la componente ironica e soprattutto Brad Pitt.
Sul tavolo tra pasticcini alle mandorle, e pizzette di dubbia qualità scorgo "L'interpretazione dei sogni" di Sigmund Freud e sotto ad un paio di bottiglie di spuma e chinotto una copia di "Puoi fidarti di Te" ( con Te maiuscolo) di Raffaele Morelli.
Le pizzette non sono tanto male, anche se stracolme di olive col nocciolo.
Il tizio che fa da moderatore è alto e magro come uno spillo, o meglio come un fiammifero: capelli stopposi e barba accuratamente incolta, come si conviene tra intellettuali, sono di un rosso carota acceso. Quindi è d'obbligo l'accostamento al sulfureo bastoncino.
Si presenta in modo diretto sconvolgendo subito l'idea che mi ero fatto di lui a pelle :
-Sapete come funziona, non c'è niente da spiegare; io  Sono Giacomo, per voi sono semplicemente MO - DE - RA - TO - RE, dovrete chiamarmi così voi! Ero un sessuomane e grazie ad incontri come questi, non mi sparo una sega dal 1999.
Bravo Moderatore, penso.
Ed eccolo ricominciare
- Da ora non aprirò più bocca, se la conversazione scema, mi inserisco nel discorso, altrimenti fate da voi, più parlate, meno intervengo, meno intervengo meglio è. Per mantenere la privacy di ognuno di voi, sorteggeremo dei nomignoli dalla boccia dei nomignoli. I nomi li ho scelti io, quindi teneteveli e non chiedetemi di cambiarli.
VOI è sempre più palesemente una sorta di intercalare schifato e razzista per rivolgersi a NOI poveri pazzi.
Io mi alzo e sorteggio per primo.
Poi uno ad uno infilano la mano tra i foglietti grossolanamente piegati, mischiano un paio di volte ed estraggono.

(continua ...)

domenica 10 aprile 2011

Sillogomania #10 - Inferno


Ho cominciato a sentire la necessità di non gettare via più nulla qualche anno fa, quando mamma ha cominciato a sentirsi male.
Mi trascuravo sempre di più: barba incolta da mesi, denti ingialliti dal tartaro, mutande sporche ( immaginate la canottiera di John McClane al termine di Die Hard - duri a morire... ecco)
Ho cominciato datando i sacchetti della spazzatura. Ho proseguito non gettando nulla mentre ero fuori casa: mi riempivo le tasche, pur di non disfarmi di nulla; una sindrome alla "Ogni cosa è illuminata" ma più noir.
Nulla di poetico o di storico alla base, nulla a che fare con il viaggio o con la consapevolezza di sè.
Tutto quello che mi interessava era conservare, conservare dando enorme importanza a tutto: involucri di caramelle, bucce di banana, scatolame rigorosamente sporco...
Tutto stranamente aveva una storia da raccontare e un legame indissolubile con la mia esistenza così priva di significato.

So che non c'entra nulla, ma quando penso a quanto sia cattivo il mondo, mi viene in mente *una parabola che gli Ugandesi, bianchi o neri che siano, raccontano a volte sul finire del giorno seduti attorno al fuoco del campo.
Si dice che una volta uno scorpione desiderasse attraversare un fiume. Vide un coccodrillo che nuotava poco lontano e gli chiese di trasportarlo dall'altra parte sulla schiena.
-Neanche per sogno - rispose il coccodrillo con fermezza.
- Io ti conosco. Appena superata la prima metà del fiume mi pungeresti uccidendomi.
-Perchè dovrei farlo? - lo schernì lo scorpione. - Se ti pungessi a morte io finirei per affogare.
Il coccodrillo soppesò per un attimo la risposta dello scorpione e poi acconsentì a traghettarlo al di là del fiume.
Quando arrivarono a metà della traversata lo scorpione lo punse.
Ormai fatalmente avvelenato, appena in grado di respirare, il coccodrillo chiese, in un rantolo: - Perchè l'hai fatto?
Lo scorpione ci pensò per un attimo e poi, prima di annegare, rispose: - Perchè questa è l'Africa.





* "Inferno" , Mike Resnick