Entro in camera da letto mentre mamma ancora dorme.
L'ho messa sotto flebo non sapendo cosa fare.
Entro e mi rendo conto di quanti anni siano passati.
Mi rendo conto che quando abbiamo cominciato a vivere in questa vecchia casa da soli io e lei, era ancora giovane e bella.
Ricordo che quando arrivammo sulla soglia di casa la prima volta, mi sollevò sui due gradini che fronteggiano il grande portone dell'ingresso. Mi diede la chiave in mano e disse con la voce più dolce del mondo " Vuoi aprirla tu la porticina?", io risposi che si, l'avrei aperta io, perché ero io ormai l'ometto di casa e spettava a me.
Aprimmo, e il mio primo ricordo una volta oltrepassata la soglia fu la visione di quei denti bianchi e quelle guance rosse che entravano sotto un enorme cappello estivo di paglia intrecciata grossolanamente.
Erano passati tanti anni da allora, ogni anno lasciava un segno sul viso, e ogni segno un ricordo.
Quella che giace sul letto immobile da giorni, è la stessa donna che un tempo mi amava più di ogni altra cosa.
Mi metto di fianco a lei sul grande e freddo lettone della camera da letto.
La accarezzo, le poggio il palmo sulla fronte, poi sulla bocca per sentirne il respiro.
Per sentire se ancora respira.
E' calda. La fronte è calda.
La stanza puzza di chiuso e di piscio.
Lei non apre occhio da giorni ormai.
- Non portarmi in ospedale- diceva - mai! Amo questa casa! Voglio morire in questa casa!
Mamma respira pesantemente, e io mi accoccolo ai piedi del letto come un gatto, faccio le fusa, voglio farle sentire la mia presenza; le accarezzo i piedi, li stringo.
Poi cambio posizione, mi sdraio al suo fianco, i capelli sono radi e spaventosamente bianchi.
Continuo ad accarezzarla a chiamarla " Mamma ".
Le sussurro " Ti voglio bene Mamma " nell'orecchio,
Poi la bacio sulla fronte, diventata più tiepida nel mentre.
Colgo un morbido sorriso tagliarle il volto, forse sono le luci dei fari delle auto che ogni tanto entrano in camera a darmi una visione distorta, ma credo proprio di aver visto un sorriso. Un tenero triste ultimo sorriso.
Mamma si fa fredda.
"Mamma?"
Il respiro si fa instabile.
Inarca le labbra in avanti, quasi volesse baciare il vuoto: sono boccate d'aria, ultimi aneliti di vita.
Mamma si fa fredda.
Resto ad accarezzarla tutta la notte, finché il sole non entra dalla finestra, finché non sento un forte tanfo di ammoniaca pizzicarmi ìl naso.

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