Il valore di un oggetto è relativo.
Io ad esempio adoro la spazzatura.
La ritengo importante. Personale. Credo siano ex frammenti di vita vissuta.
Divisionismo ecologico, si chiamerebbe in termini artistici.
Vecchi libri, incarti di merendine, vecchie scarpe: rubo storie. E non solo quelle!
Cosa c’è di più personale di un assorbente usato? È come rubare un po’ di una persona. È definitivamente appropriarsi di un pezzo di quell’individuo.
Monconi di sigaretta, fazzoletti colmi di muco verdastro: DNA. Semplice e puro DNA.
Ricordo ancora la prima volta: era notte, casa mia era vuota come al solito, il televisore era muto, fermo sullo stesso canale chissà da quante ore, fui assalito da quella che oggi ritengo fosse una crisi di panico, scesi dal letto e sentii il torace dilatarsi come mai avevo visto prima; ricordo di essermi piegato in avanti fino a portare la testa alle ginocchia e di aver cominciato a soffiare e succhiare aria con la bocca, sentii le guance e i polmoni gonfiarsi come palloni aerostatici. Ricordo di aver provato dolore tanta era la pressione nel petto.
Presi il lettore mp3 le cuffie ed uscii, senza nient’altro che la musica, il pigiama, e le lacrime che cadevano copiose non so per quale motivo.
Iniziai a camminare senza alcuna meta, avevo bisogno di una passeggiata, non importa il dove il come e il perché. I passi procedevano per inerzia, veloci, uno dopo l’altro. Sulla linea immaginaria dei miei pensieri, una sorta di percorso che si auto-creava un tacchettio dopo l’altro sul marciapiede madido di rugiada.
Le strade erano completamente deserte, solo le luci e qualche sporadica auto ad illuminarla.
Ed eccolo, il cassonetto davanti al quale passavo almeno un paio di volte al giorno, mi si apriva di fronte come uno scrigno dei desideri, in tutta la sua nauseante fragranza dolciastra.
Ricordavo di aver visto alcuni barboni frugare nella spazzatura tramite una gruccia di metallo deformata e allungata, per tirare su i sacchetti in modo più “igienico”; io con me non avevo nulla, così mentre le cuffie passavano un allegro e quanto mai inappropriato Patrick Hernandez e la sua born to be alive, iniziai a rovistare tra quelli che in quel momento mi sembravano meravigliosi tesori; inestimabili e gratis.
Scarti di vita altrui, tutti per me.
Un mondo in un cassonetto.
(...)

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